Passeggiata in montagna: gli errori da evitare per non finire nei guai

La montagna rappresenta un mondo affascinante, da vivere sempre con i sensi all’erta, anche quando si esce di casa per affrontare una “semplice” passeggiata. Anche in tali occasioni è infatti importante tenere a mente che a ogni quota, anche lungo il più facile degli itinerari, si possano celare insidie.

Ma che pericoli si potranno mai correre passeggiando in montagna? Domanda fisiologica per chi abbia intenzione di concedersi qualche ora di puro relax, senza alcuna intenzione di vestire i panni dell’escursionista, tantomeno dell’alpinista. Andiamo a scoprire insieme quale sia la risposta.

Passeggiata in montagna: istruzioni per l’uso

A differenza di una escursione o di una ascesa alpinistica, la passeggiata è di solito una scelta che effettuiamo senza attenta programmazione. Diciamo pure impulsiva per certi versi. Basta uno sguardo dalla finestra, la vista del sole alto nel cielo al mattino o di un tramonto dalle sfumature accese, a spingerci ad aprire l’uscio di casa e incamminarci, a passo lento, tra i colori e i suoni che la montagna sa regalarci.

Donna che passeggia in montagna
Immagine | Unsplash – Gentechevainmontagna.it

Molto spesso, nel prendere tale decisione, non ci accorgiamo di peccare di superficialità, sottostimando i rischi potenziali che potremmo ritrovarci ad affrontare lungo il cammino. Una passeggiata in montagna non è infatti paragonabile alla camminata in un parco cittadino e per affrontarla in sicurezza sono necessari due ingredienti: umiltà (mai sentirsi preparati a tutto!) e buon senso.

Attenzione al meteo

Il primo elemento da considerare è che la montagna sia un luogo cangiante, un po’ come un camaleonte. Non stiamo parlando di fantascienza ma di meteo. In quota il cielo può cambiare in fretta, più velocemente di quanto non accada in pianura. In particolare nella stagione estiva, quella durante la quale la passeggiata in quota rappresenta anche una fuga dal caldo della pianura, un momento di ristoro per il corpo e l’animo, può capitare che nell’arco di una manciata di ore, talvolta anche meno, si assista allo sviluppo rapido di nubi, foriere di temporali e di un sensibile abbassamento della temperatura. Mai affrontare dunque una passeggiata senza aver dato in precedenza uno sguardo alle previsioni meteo!

Decidere di andare a fare una passeggiata in montagna senza aver valutato se sia o meno la giornata adatta, è un po’ come “andarsela a cercare”. In caso di pioggia, in ambiente montano aumentano le situazioni di potenziale pericolo: le rocce possono diventare più scivolose, soprattutto se ricoperte di muschio, rivoli d’acqua possono smuovere la terra da sotto i piedi, potremmo trovarci in una zona esposta a fulmini, etc. Una volta consultati i bollettini meteo, e valutata la probabilità di precipitazioni nella fascia oraria di nostro interesse, sarà bene decidere se effettuare o meno l’uscita. Tenendo a mente la velocità con cui le condizioni meteo possono variare in quota, anche nel caso in cui le previsioni risultino “a nostro favore”, il consiglio è di non lasciare nulla al caso. Le precipitazioni potrebbero sopraggiungere in anticipo, evitiamo di farci cogliere di sorpresa! Puntiamo a un abbigliamento idoneo: meglio evitare le sneakers e prediligere scarponcini da montagna, e portare con sé una giacca antipioggia (o almeno un ombrello).

Calcolare tempi e distanze

La passeggiata è una attività alla portata di tutti? La risposta più idonea potrebbe essere “dipende”. In linea di massima non si tratta di una attività che richieda una preparazione atletica particolare ma è sulla base delle condizioni fisiche di ciascun individuo che si possa determinare tempi e distanze percorribili. Tale discorso vale anche in città, a maggior ragione in montagna, dove ci si può ritrovare ad affrontare dislivelli anche significativi, che è bene valutare prima di incamminarsi lungo un determinato itinerario. Una regola da evitare in quota, per quanto tale suggerimento possa in certo qual modo sminuire la poeticità di una passeggiata, è mettersi in cammino senza una meta. Scegliamo il nostro obiettivo, valutiamo la lunghezza del percorso, il dislivello, e non in ultimo, il tempo medio di percorrenza sulla base del nostro livello di allenamento. Considerando anche le soste. Non stiamo effettuando una ascesa in vetta o una maratona, ci stiamo concedendo una camminata per rilassarci e inebriarci delle meraviglie dell’ambiente montano, niente fretta!

Oltre a dare uno sguardo alle previsioni meteo, come si diceva in precedenza, è bene allo stesso modo identificare l’ora del tramonto, per non farsi cogliere impreparati. Quando il sole scende dietro l’orizzonte sono due le condizioni che si deve essere pronti ad affrontare: il buio e le basse temperature. Il primo consiglio in tal senso è di calcolare bene i tempi per tornare al punto di partenza prima che il sole tramonti. Il secondo è di dotarsi di una lampada frontale e di portare con sé una felpa, un guscio, un pile, per tornare indietro sereni e senza panico.

Mai dimenticare l’acqua!

Abbiamo detto che la passeggiata sia una attività rilassante, da svolgere a passo lento, senza stress fisico né psichico. Ma è bene tenere a mente che anche la più semplice delle camminate in quota, in particolare nelle stagioni più calde, comporti una certa sudorazione. Come conseguenza si perde acqua. Per non rischiare una disidratazione è importante reintegrare i liquidi durante il cammino. Mai uscire dunque di casa senza portare con sé una piccola scorta d’acqua. Una borraccia da 440 ml pesa poco e la si può infilare in uno zainetto o in borsa con facilità. Accanto al rischio di disidratazione, non sottovalutiamo nelle giornate più calde e assolate, quello di insolazione. In questo caso resta valido il consiglio che ci accompagna, in città come in quota, all’arrivo dell’estate, ovvero di evitare di svolgere attività fisica nelle ore centrali del giorno. Inoltre, dotarsi di un cappellino e di occhiali da sole è sempre una buona idea.

La regola fondamentale, che va tenuta a mente anche nel caso di semplici passeggiate in quota, risulta dunque la seguente: la montagna va affrontata con consapevolezza, del luogo in cui ci si muove, e delle proprie capacità.

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