Pensione, quanto si prende dopo 15 anni di contributi: la cifra è assurda

La cifra che si può percepire dopo 15 anni di contributi è un qualcosa di indescrivibile: nessuno si aspetterebbe mai un importo del genere.

I requisiti per la pensione, a seconda degli anni di contributi maturati, possono cambiare fortemente. Ci sono condizioni in cui gli importi sono più alti e altre invece in cui quello che si percepisce non è affatto soddisfacente. Alle volte prevale la seconda categoria, se non nella maggior parte dei casi.

Pensione cifra contributi dopo 15 anni
Pensione in anticipo: ecco come ottenerla – Gentechevainmontagna.it

Il motivo riguarda il fatto che non tutti i lavoratori hanno regolarmente versato contributi. Ci si ritrova dunque pensionati con 15 anni di contributi versati, ma con l’eventualità del doppio degli anni trascorsi a lavorare. Nei casi come questo l’importo è inaspettato: nessuno ci avrebbe mai potuto scommettere.

Pensione: quanti soldi si prendono con 15 anni di contributi?

Contrariamente a quanto sostenuto in precedenza, essendo un esito inaspettato, con 15 anni di contributi si può arrivare a prendere un assegno mensile decisamente alto. Questo è possibile grazie alla deroga Amato: una sorta di accesso anticipato concesso a coloro che hanno volontariamente versato i contributi maturati entro la fine del 1992.

Pensione 15 anni di contributi
Sai quanti soldi prendi con 15 anni di contributi? – Gentechevainmontagna.it

Esistono ovviamente dei requisiti specifici per poter usufruire di questa posizione agiata. Innanzitutto, i contributi necessari al pensionamento dovranno essere stati versati 25 anni prima della richiesta inviata. Ciò significa che, almeno ad oggi, dal 1992 in poi chiunque (o quasi) potrà richiederla.

Inoltre, non si dovrà aver trascorso più di 52 settimane lavorative all’anno nel decennio precedente. Requisito altamente specifico, e che non tutti gli aspiranti pensionati riescono a soddisfare pienamente. Rispettando queste due condizioni, si potrà percepire un importo altamente soddisfacente. Il sistema di calcolo contributivo sa essere molto ostico, ma in casi come questo può fare molto comodo.

Banalmente, entro il 2026 ci sarà chi potrà accedere alla pensione all’età di 67 anni con così “pochi” contributi versati. Tenendo conto sia della carriera lavorativa che dell’età anagrafica del pensionato, gli si potrà concedere un accesso in via anticipata. Un aspetto molto interessante riguardante questa deroga è che il valore della pensione si innalzerà a seconda del valore dei contributi.

I quali a loro volta aumenteranno di valore per via dell’avanzamento dell’età, grazie ad un coefficiente di trasformazione che permetterà di percepire un assegno più alto. Non solo si potrà arrivare al pensionamento con così pochi anni di contributi, ma lo si potrà anche fare percependo una cifra che molte categorie di lavoratori – purtroppo – possono soltanto sognare.

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