Pensione di reversibilità stravolta dalla Cassazione: il calcolo diventa più complesso

Questo orientamento giurisprudenziale conferma l’importanza di valutare in modo completo e solidaristico la situazione dei coniugi sopravvissuti.

Sul tema della ripartizione della pensione di reversibilità tra ex coniugi e vedovi tutti dovranno confrontarsi con l’ordinanza emessa dalla Corte di Cassazione, destinata a fare giurisprudenza. Si tratta della numero 25369 del 2022, che ha posto in luce un importante principio.

Pensione di reversibilità, Cassazione
Pensione di reversibilità: la sentenza della Cassazione – (Gentechevainmontagna.it)

La pensione di reversibilità rappresenta un pilastro fondamentale del sistema previdenziale, offrendo un supporto economico vitale per i coniugi sopravvissuti dopo la scomparsa del partner. Questo istituto, spesso sottovalutato ma di importanza capitale, garantisce una forma di sicurezza finanziaria per coloro che hanno perso il proprio coniuge, consentendo loro di mantenere uno standard di vita dignitoso.

In questo caso specifico, si è trattato di decidere su un ricorso presentato da un’ex moglie divorziata e dalla vedova di un uomo deceduto, entrambe in diritto alla pensione di reversibilità dopo il suo decesso. Questo orientamento giurisprudenziale conferma l’importanza di valutare in modo completo e solidaristico la situazione dei coniugi sopravvissuti, garantendo una ripartizione equa e adeguata della pensione di reversibilità. L’iter processuale tra i vari gradi di giudizio non è stato uniforme. Ripercorriamo come si è arrivati alla pronuncia degli Ermellini.

Pensione di reversibilità: l’intervento della Cassazione

Inizialmente, il giudice di primo grado aveva assegnato il 50% della pensione sia all’ex moglie divorziata che alla vedova, basandosi sulla quasi equivalente durata dei matrimoni. Tuttavia, in seguito a un’appello, la situazione è stata modificata e alla vedova è stata assegnata una quota del 25%, tenendo conto non solo della durata dei matrimoni, ma anche dell’età e delle condizioni economiche dei due coniugi.

Pensione di reversibilità, Cassazione
Pensione di reversibilità: una sentenza destinata a fare giurisprudenza – (Gentechevainmontagna.it)

La prima moglie ha quindi presentato ricorso, sostenendo che il calcolo della durata dei matrimoni fosse errato, in quanto il periodo di convivenza prematrimoniale con lei avrebbe dovuto essere considerato una volta sola e in suo esclusivo favore. Secondo la sua ricostruzione, il matrimonio con lei durava 33 anni, mentre quello con la vedova solo 22 anni.

Tuttavia, la Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, dichiarandolo inammissibile. Secondo i giudici, la censura sollevata dalla ricorrente riguardava essenzialmente l’apprezzamento del giudice di merito riguardo alla durata dei matrimoni, senza dimostrare l’errore del giudice d’appello in modo decisivo.

La decisione della Cassazione conferma un principio consolidato secondo cui la ripartizione della pensione di reversibilità non dipende solo dalla durata dei matrimoni, ma anche da altri fattori come l’età e le condizioni economiche dei coniugi. Inoltre, viene considerata anche la durata della convivenza, purché il coniuge interessato dimostri la stabilità e l’effettività della comunione di vita precedente al matrimonio con il defunto.

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