Naspi annullata: stangata dalla Cassazione, il documento che devi presentare

Mantenere un dialogo aperto con l’INPS è il modo migliore per proteggere il proprio diritto a questo fondamentale sostegno finanziario.

In un panorama lavorativo ed economico in continua evoluzione, la sicurezza di una rete di protezione sociale è più importante che mai. Per i lavoratori che hanno perso involontariamente il proprio impiego, l’indennità di disoccupazione NASpI rappresenta un fondamentale sostegno finanziario durante il periodo di transizione. Il diritto a usufruire di questa misura non è però senza condizioni: il rispetto delle procedure burocratiche è essenziale per garantire la sua continuità.

NASpI annullata: come rimediare
La NASpI offre supporto finanziario ai lavoratori ma richiede il rispetto di specifici requisiti e obblighi – (Gentechevainmontagna.it)

Recentemente, la Cassazione ha emesso una sentenza che ribadisce con forza l’importanza della comunicazione tempestiva all’INPS di qualsiasi variazione lavorativa che potrebbe influenzare il diritto all’indennità. Questo verdetto sottolinea la necessità per i beneficiari di essere sempre aggiornati e precisi nella gestione delle proprie condizioni lavorative per non rischiare di vedersi revocare il sostegno economico.

La documentazione necessaria per evitare la decadenza

La NASpI, Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego, è un’indennità di disoccupazione destinata a coloro che hanno perso il lavoro in modo involontario. Questo sussidio si estende a categorie molto diverse di lavoratori, dagli operai agricoli agli impiegati a termine delle pubbliche amministrazioni.

Cosa fare per non perdere la NASpI
È fondamentale che i beneficiari della NASpI informino l’INPS entro un mese dall’inizio di attività autonoma- (Foto: Ansa) – (Gentechevainmontagna.it)

La legislazione esclude però specifiche categorie, tra cui dipendenti a tempo indeterminato delle pubbliche amministrazioni, lavoratori extracomunitari con permessi stagionali e coloro che hanno già i requisiti per la pensione. Una recente pronuncia della Cassazione ha messo in luce una casistica particolare in cui si verifica la perdita del diritto alla NASpI.

L’ordinanza n. 11543 del 30 aprile 2024 stabilisce che il beneficiario del sussidio deve informare l’INPS entro un mese dall’inizio di qualsiasi attività lavorativa autonoma, anche se questa era già in corso prima della concessione della NASpI. La mancata comunicazione di queste informazioni può portare alla decadenza del beneficio.

Nella pratica, questo significa che se un cittadino usufruisce della NASpI e nel frattempo vuole avviare un’attività di lavoro autonomo, per evitare spiacevoli sorprese e la possibile revoca dell’indennità NASpI deve informare l’INPS durante tutto il periodo di godimento del sussidio. Nello specifico, il documento da presentare è una dichiarazione dettagliata dell’attività autonoma intrapresa, comprensiva del reddito annuo previsto o effettivamente percepito.

Questa documentazione deve essere inviata all’INPS entro trenta giorni dall’inizio dell’attività lavorativa autonoma. In caso di variazioni o iniziative professionali già esistenti alla data di presentazione della domanda di NASpI, il beneficiario deve ugualmente assolvere all’obbligo di comunicazione entro il medesimo termine. La precisione e la puntualità nella presentazione di questi dettagli sono fondamentali per mantenere il diritto all’indennità.

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