Ferragosto alternativo? 3 attività acquatiche da provare in montagna

Ogni anno stessa storia, con l’avvicinarsi del giorno di Ferragosto aumenta l’indecisione sul da farsi. Dove andare? Mare o montagna? Da un lato il mondo delle spiagge, delle acque cristalline (non sempre), delle folle e del caldo. Dall’altro quello della roccia, del silenzio, della frescura che l’altitudine regala in ogni stagione dell’anno. Siamo proprio sicuri che l’unica soluzione sia effettuare una scelta tra A e B? Noi vi suggeriamo una terza opzione in grado di mettere tutti d’accordo: salire in quota…per mettere i piedi a mollo! Andiamo a scoprire insieme tre attività perfette in tal senso: il canyoning, il rafting e il packrafting.

In montagna con i piedi a mollo

Il 15 agosto, noto anche come Ferragosto, è un giorno che dovrebbe (il condizionale è d’obbligo) essere dedicato a festeggiamenti e riposo. Così vuole la tradizione, una lunga tradizione, che affonda le sue radici nell’Antica Roma. Ferragosto deriva infatti dal latino, Feriae Augusti, in italiano “il riposo di Augusto”, dal nome dell’imperatore Ottaviano Augusto (da cui tra l’altro prende il nome il mese stesso di agosto). Cosa erano queste Feriae? Un periodo di riposo dalle attività lavorative e di festeggiamenti che animavano l’Impero, istituito dall’imperatore nel 18 a.C.

Canyoning, discesa in cascata
Immagine | Unsplash @Han-Hsing Tu – Gentechevainmontagna.it

All’origine delle Feriae Augusti vi era una tradizione ancora più antica, quella delle Consualia, le feste celebrate al termine dei lavori agricoli, nel cuore dell’estate. Il “Ferragosto” durava giorni, settimane, anche tutto il mese. Quando la tradizione romana fu assimilata dal mondo cattolico, intorno al VII secolo, si iniziò a celebrare Ferragosto il 15 agosto, giorno dell’Assunzione della Vergine Maria. Oggi è indubbio che esso rappresenti uno dei giorni dell’anno in cui ci si ritrova maggiormente stressati di fronte alla scelta del dove andare e cosa fare, soprattutto se la decisione va affrontata in gruppo. Una soluzione ottimale può essere quella di dedicare la giornata a qualche attività acquatica da svolgere in quota, in grado di regalare un giusto mix di adrenalina e divertimento. Ecco i nostri 3 suggerimenti per un Ferragosto fuori dagli schemi.

Canyoning o torrentismo

Se c’è una attività che unisce sport acquatici e sport di montagna è per certo il canyoning. Noto anche come torrentismo, consiste nella discesa di un torrente mediante utilizzo di attrezzatura da alpinismo –  ovvero casco, imbrago e corde – , con l’aggiunta della muta da sub. Il tutto fornito in genere dalle associazioni che promuovono tale tipo di attività. I percorsi di canyoning si sviluppano lungo tratti del corso di un torrente caratterizzati da una intensa erosione della roccia, detti canyon, orridi, gole, forre. In sintesi canali rocciosi scavati dalle acque che possono in alcune parti essere affrontati semplicemente camminando lungo il corso d’acqua, in altri punti più verticali o esposti, con l’ausilio della corda. Laddove vi siano cascate si hanno due opzioni: per le più basse ci si può divertire con un bel tuffo, per le più alte con una discesa con corda. Il tutto accompagnati da una guida.

L’Italia offre una abbondanza di canyon in cui sperimentare questa adrenalinica attività, sia sulle Alpi che sugli Appennini, e anche in Sicilia e Sardegna. Si spazia da forre di bassa o media difficoltà a itinerari a complessità maggiore. Anche per i percorsi più semplici è essenziale non avere paura dell’acqua, non soffrire di vertigini e avere un buon allenamento nel trekking, in quanto può rendersi necessario affrontare ore di avvicinamento prima di mettere i piedi in acqua.

Rafting

Il rafting (dall’inglese to raft, navigare su una zattera) è un’altra attività acquatica che si svolge lungo torrenti di montagna, ma non a piedi. Si sfrutta infatti una imbarcazione, nello specifico un gommone pneumatico (detto “raft”) che consente di scivolare lungo il corso d’acqua in velocità. A bordo di un singolo gommone vengono ospitate generalmente 6/7 persone. A gestire la discesa è una guida esperta il cui compito è di mantenere il controllo del mezzo e coordinare i movimenti dei partecipanti. Tutti i membri vengono dotati di una pagaia e devono cooperare nella discesa in sicurezza del corso d’acqua, affrontando ostacoli naturali come rapide o sassi sporgenti.

Esistono due tipologie di rafting. Il soft, che come si può evincere dal nome rappresenta la versione leggera del rafting, adatta anche ai bambini e a chi non sappia nuotare, è caratterizzato da discese che assicurano, accanto a momenti di adrenalina immancabili, l’occasione di una esperienza rilassante. L’hard rafting (o white water rafting) vede invece il predominio dell’adrenalina, con discese nelle cosiddette “acque bianche”, a velocità superiori rispetto al soft. L’attrezzatura necessaria per il rafting, fornita solitamente dalle associazioni che propongano discese in torrente, si compone di muta, casco e giubbotto salvagente (e eventualmente scarpe in neoprene). Al pari del canyoning, da Nord a Sud, dalle Alpi alla Sicilia, è possibile scoprire innumerevoli corsi d’acqua in cui è possibile provare l’esperienza.

Rafting in torrente
Immagine | Unsplash @Loren Dosti – Gentechevainmontagna.it

Packrafting

Il packrafting è una attività in fase di sviluppo sul territorio italiano, molto meno diffusa del canyoning e del rafting. Dal nome si può evincere una “parentela” con il rafting, cerchiamo di comprendere in cosa si assomiglino e in cosa differiscano le due attività. Si tratta di una discesa di corsi d’acqua a bordo di una imbarcazione. Se nel rafting si usa il raft multiposto, nel packrafting si utilizza un gommone gonfiabile monoposto, per l’appunto il “packraft”. Una imbarcazione nata per viaggi into the wild, lungo percorsi di trekking che determinino la necessità di affrontare spostamenti in acqua.

Il packraft può essere sgonfiato e impacchettato, così da poterlo portare con sé in uno zaino. Tale imbarcazione può ricordare per certi versi il kayak, ma rispetto a quest’ultimo risulta più stabile, e in caso di ribaltamento non si resta bloccati nel mezzo ma si cade in acqua, è dunque decisamente più facile da utilizzare. Come il kayak è idoneo ad affrontare fiumi ma anche a navigare lungo coste oceaniche e fiordi, perfetto per chi sogni ad esempio di vivere una esperienza selvaggia in Alaska.

Rispetto al rafting si è da soli a guidare il proprio gommone, con l’ausilio di una pagaia. L’attrezzatura necessaria, generalmente fornita dalle associazioni che promuovono le discese, consiste in muta, casco e giubbotto salvagente, come nel rafting. In Italia, come anticipato, la sua diffusione è ancora piuttosto limitata. Tra i fiumi e i torrenti lungo i quali l’attività è già proposta da qualche anno troviamo l’Adige in Sud Tirolo, il Tagliamento in Friuli Venezia Giulia, il Brenta in Veneto, Arno, Lima e Elsa in Toscana, Velino e Aniene in Lazio e il Lao in Calabria.

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