Molti pazienti non sono a conoscenza del fatto che possono ottenere un cospicuo risarcimento se il medico sbaglia nel suo lavoro.
La salute è condizione imprescindibile per una vita soddisfacente e dunque il mestiere di medico è davvero difficile. Le normative attuali riconoscono diritti e doveri sia dei pazienti che dei medici, infermieri e di tutti coloro che per professione si occupano della salute delle persone, ma forse non tutti sanno con precisione come si identificano le varie responsabilità.
Inoltre sempre per Legge i pazienti che ritengono di aver subito danni, a causa di errori da parte delle suddette figure professionali, hanno diritto a chiedere un risarcimento, ovviamente fornendo le prove inerenti le accuse. Ma scendiamo nel dettaglio e scopriamo come deve agire il cittadino parte lesa e quando spetta un risarcimento pecuniario. Le Leggi attuali vanno a normare sia le situazioni intercorse tra medico di famiglia e paziente sia quelle avvenute in ospedale o strutture sanitarie pubbliche.
Il tuo medico ha sbagliato? Ti spetta il risarcimento, ecco come chiederlo
Medici, chirurghi e infermieri sono altamente formati per fare il loro lavoro, ma sono anche esseri umani e quindi possono sbagliare. Sono davvero tante le dinamiche che possono accadere quando una persona si rivolge al medico per guarire da un problema di salute, e a volte possono verificarsi dei problemi.
Può capitare, ad esempio, che il medico non individui correttamente la patologia in essere, che sbagli la diagnosi, che dia una terapia non idonea e ciò avviene o per scarsa conoscenza o per vera e propria negligenza, ma anche perché persino la scienza a volte non ha tutte le risposte. Il paziente può ritrovarsi in una condizione di disagio crescente, magari perché la diagnosi è arrivata ma troppo in ritardo (accorciando ad esempio la sopravvivenza) o perché la terapia ha innescato effetti avversi, oppure perché il medico non ha attuato tutte le procedure utili a risolvere la problematica.
Per Legge, però, il medico non ha l’obbligo di far guarire il paziente ma di adottare tute le pratiche esistenti per migliorare la condizione. La Legge Gelli nello specifico ha individuato quelle che sono le “gravi colpe” imputabili a medici e professionisti della salute, così che il paziente avesse a disposizione i mezzi per difendersi e ottenere un risarcimento.
In sostanza, non si può colpevolizzare un medico se questi ha fatto di tutto per migliorare la salute del paziente, ma si può chiedere un risarcimento in presenza di un errore oggettivo. Una volta individuato questo errore, e dimostrati i danni subiti, il paziente può fare la richiesta di riconoscimento del danno, anche se è trascorso molto tempo. La Legge stabilisce un massimo di 10 anni per il ricorso, e a presentarlo possono essere anche gli eredi del defunto.
Secondo la legge Gelli-Bianco, invece, se il danno è avvenuto in una struttura sanitaria pubblica – ad esempio in seguito ad un intervento chirurgico – a pagarne le conseguenze sarà la struttura stessa. La colpa, in questo caso, viene imputata non solo al chirurgo ma a tutto lo staff, che per qualche motivo non ha saputo agire nel modo corretto.