Borghi delle castagne, 7 gustose mete autunnali

L’autunno è una stagione in cui capita di sentirsi un po’ impigriti. Fortunatamente la natura sembra comprenderci pienamente, offrendo la possibilità di vivere esperienze in quota senza troppo dislivello e fatica. Ne sono un esempio le escursioni lente e silenziose alla ricerca del bramito dei cervi o i trekking leggeri nel cuore dei boschi infiammati dal fall foliage. L’autunno è anche la stagione delle castagne. Non esiste momento migliore per andare alla scoperta dei tanti borghi alpini e appenninici storicamente legati alla produzione di questo frutto di cui attendiamo annualmente il ritorno. E dei loro dintorni, ricchi di bellezze naturali e monumentali. Ve ne consigliamo 7!

Italia, Paese delle castagne

La castagna è il frutto del castagno (Castanea sativa), un albero antichissimo. Dalla datazione dei reperti fossili si stima che possa essere apparso sulla Terra oltre 10 milioni di anni fa, in un periodo in cui il clima risultava abbastanza mite da consentirne la diffusione tra Asia, Europa e America. Nel corso dei secoli si è assistito a un passaggio dalla semplice raccolta dei frutti alla coltivazione dei castagni. Per le popolazioni di montagna, per le classi più povere e nei tempi di carestia, le castagne hanno rappresentato a lungo una importante fonte di nutrienti, da cui il nome di “albero del pane”.

Castanea sativa
Immagine | Pixabay @Hans – Gentechevainmontagna.it

La castagna è un frutto facile da riconoscere. Presenta una forma sui generis, più o meno arrotondata o più o meno appiattita a seconda della varietà e della posizione occupata all’interno del cosiddetto “riccio”, e una buccia scura. Può essere confusa però con un altro “frutto”, che frutto non è. Stiamo parlando del seme dell’ippocastano, detto anche “castagna matta”.

L’Italia è un paese da secoli produttore di castagne, e attualmente riveste il sesto posto nella classifica mondiale. Oltre l’80% della produzione è concentrata tra Campania, Calabria, Toscana, Lazio ed Emilia-Romagna. Un settore che negli ultimi anni si trova ad affrontare, in particolare al Sud, un calo nella produzione legato soprattutto al clima. Stagioni autunnali caratterizzate da carenza di precipitazioni e temperature estive determinano infatti uno sconvolgimento dei cicli naturali del castagno. I ricci tendono a rimanere sugli alberi, ritardando il tradizionale periodo di raccolta.

Da Nord a Sud possiamo vantare la produzione di numerose varietà di castagne e marroni DOP e IGP. E a questo punto la domanda doverosa è: che differenza c’è tra castagna e marrone? In linea teorica, il marrone dovrebbe essere il frutto derivante da castagni coltivati. La castagna il frutto dell’albero selvatico. Ad oggi però, a seguito di innesti e incroci, molti marroni risultano derivare da varietà selvatiche. In linea generale si possono riconoscere alcune caratteristiche differenziali. La castagna selvatica risulta più piccola e anche meno regolare come forma rispetto al marrone, che appare a forma di cuore. Il riccio selvatico contiene in media 7 frutti, quello allevato massimo 3. I marroni hanno una buccia più chiara e una pellicola interna più sottile, il che li rende più facili da pelare. Infine a livello di gusto, la castagna selvatica risulta meno dolce rispetto al marrone.

7 borghi da scoprire in autunno

Per orientarsi nel mare magnum di borghi in cui si coltivino e raccolgano castagne, è conveniente utilizzare i riconoscimenti DOP e IGP come fossero degli ometti di pietra. Andiamo dunque a scoprire 7 borghi che meritano una visita in queste settimane. N.B. se volete divertirvi nella raccolta delle castagne ricordate di puntare sui boschi pubblici e non sui terreni privati! In alternativa il nostro consiglio è di assecondare la pigrizia autunnale, associando una passeggiata turistica a gustose degustazioni, magari in occasione di una delle sagre a tema in calendario.

Ricci e castagne
Immagine | Pixabay @manfredrichter – Gentechevainmontagna.it

San Zeno (VR). Località di produzione del Marrone di San Zeno DOP, sorge a 680 m di quota alle pendici del Monte Baldo (2.218 m), vetta nota come Hortus Europae per la eccezionale biodiversità floristica. Il paese è originato dalla fusione di una decina di contrade che conservano ancora oggi l’architettura originaria, con corti agricole di epoca medievale composte da una casa padronale affiancata dalle case dei contadini. Numerosi sono i sentieri che consentono di esplorare i boschi di castagno nei dintorni, di raggiungere il Baldo o anche scendere verso il Lago di Garda. La Festa del Marrone è qui in programma il 21-22-28 e 29 ottobre, 1-5-6 novembre 2023.

Combai (TV). È una frazione del comune di Miane, situata a una quota di 395 metri ai piedi delle Prealpi trevigiane, circondata da castagneti e vigneti secolari. Ci troviamo tra le colline della Valsana, terra di produzione del Prosecco e del Marrone di Combai IGP. Da visitare in centro si segnala la chiesa parrocchiale dedicata a Santo Stefano, da cui si può salire al Colle Ronch, altura da cui è possibile ammirare Combai dall’alto. Il colle si raggiunge attraversando Via Capovilla, stradina che corre tra antiche abitazioni rurali (un tempo “Borgo Pedepiai”). La Festa dei Marroni di Combai si svolge tutti i fine settimana di ottobre.

San Giorio (TO). È una delle località di produzione del Marrone della Valle di Susa IGP, nello specifico dell’ecotipo Marrone di San Giorio. Il comune che si estende da 420 a 2801 metri (Punta Cristalliera) di quota, consta di 27 borgate alpine, di cui 9 abitate stabilmente, circondate da boschi. Parte del territorio comunale ricade nel Parco naturale regionale dell’Orsiera Rocciavrè. Il centro storico si sviluppa attorno a un castello medievale. Altri edifici degni di nota sono la Chiesa parrocchiale di San Giorgio Martire, la Casa Forte e la Cappella del Conte. La Festa del Marrone è qui in programma dal 20 al 23 ottobre 2023.

Castel del Rio (BO). Località dell’Emilia Romagna produttrice dell’omonimo marrone IGP. È un borgo montano della Valle del Santerno circondato da castagneti, anche secolari. Da menzionare la presenza del Museo della Guerra e della Linea Gotica, il Palazzo Alidosi e il maestoso Ponte Alidosi, realizzato nel 1500 per consentire il commercio tra le due sponde del Santerno. Sagra del Marrone: tutte le domeniche dall’8 al 29 ottobre 2023.

Vallerano (VT). Il borgo laziale di Vallerano è zona di produzione della Castagna di Vallerano DOP. Situato a una quota di 390 metri sul versante sud del Monte Cimino (1.053 m), il paese ha origini molto antiche. A testimoniarlo è la presenza di tombe etrusche riconvertite in magazzini o stalle, ancora visibili. Il centro storico conserva un aspetto medievale con mura, torrioni e archetti molto suggestivi, e sono presenti diverse chiese. Dal 7 ottobre al 1 novembre 2023 va qui in scena la sagra delle castagne.

Arcidosso (GR). Alle pendici del Monte Amiata, in Toscana, sorge il borgo medievale di Arcidosso, una delle località di produzione della Castagna del Monte Amiata IGP. A dominare il borgo è il castello aldobrandesco. Il centro storico conserva ancora la cinta muraria e al suo interno si trovano diverse chiese. In zona merita una salita il Monte Labbro (1.193 m), che ospita un Parco faunistico e un centro tibetano. Ad Arcidosso va in scena in autunno “Castagna in festa” (13-14-15 e 20-21-22 ottobre 2023).

Montella (AV). Comune campano patria della castagna di Montella IGP (e del tartufo nero). Il borgo, situato su una collina a circa 600 m nell’Alta Valle del Calore, ricade all’interno del Parco regionale Monti Picentini. L’area, prevalentemente montuosa, è ricca in sorgenti, 4 delle quali alimentano l’acquedotto pugliese. Sul territorio comunale sono presenti numerose cascate e grotte carsiche. Come tutti i comuni dell’Irpinia, Montella fu gravemente colpita dal terremoto del novembre 1980 ma conserva numerosi edifici storici di pregio, quali il Castello longobardo del Monte e il Convento di San Francesco a Folloni, numerose chiese e palazzi signorili. Dal 1 al 5 novembre 2023 andrà qui in scena la Festa della Castagna di Montella IGP.

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