Scarpe da tennis, su quali sentieri si possono usare?

Lo scorso weekend il Soccorso Alpino è intervenuto nel recupero di una coppia di escursionisti rimasti bloccati tra ghiaccio e neve a 2.200 metri di quota sul Monte Velino (2.487 m), in Abruzzo. Il particolare che ha suscitato immancabili dibattiti sul tema della sicurezza in montagna è rappresentato dal fatto che i due indossassero abbigliamento non adeguato alla stagione, tra cui scarpe da tennis. Cogliamo l’occasione per esaminare insieme quando e quanto le scarpe da tennis possano essere inadeguate all’ambiente montano. Sono da considerarsi un errore “stagionale”, dunque calzature da non utilizzare quando vi sia rischio di trovare ghiaccio o neve in quota, o sarebbe bene evitarle sempre?

Scarpe da tennis in montagna: sì o no?

Sabato 11 novembre due escursionisti del frusinate sono rimasti bloccati a una quota di 2.200 metri sul versante meridionale del Monte Velino, la cima più alta del massiccio Sirente-Velino, in Abruzzo. I due si trovavano lungo la via “Direttissima” (sentiero n. 6), itinerario che conduce da Massa d’Albe (912 m) alla cima del Velino (2.487 m). Un percorso impegnativo, sia per dislivello che per difficoltà tecniche, legate in particolare alla presenza di brevi passaggi su roccia e all’attraversamento di un camino. Sulla base di tali caratteristiche, il sentiero è classificato dal Club Alpino Italiano (CAI) come EE (per escursionisti esperti).

Ragazzo con le sneakers
Immagine | Unsplash @Kushagra Kevat – Gentechevainmontagna.it

Ad arrestare la salita dei due sono state le condizioni di neve e ghiaccio incontrate lungo il sentiero, condizioni per le quali non disponevano di equipaggiamento adeguato. Secondo quanto riportato da diverse testate locali, ai piedi calzavano delle scarpe da tennis.

In risposta alla chiamata di soccorso, lanciata in mattinata, è stato inviato sul posto un elicottero dei Vigili del Fuoco, che causa nubi basse non ha potuto raggiungere e prelevare i due escursionisti. Si è dunque proceduto ad attivare anche le squadre del Soccorso Alpino e Speleologico e del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza che, prelevate dall’elicottero, sono state trasportate quanto più in alto possibile per poi procedere via terra. Gli escursionisti, bloccati su un costone roccioso, illesi ma a rischio ipotermia, sono stati raggiunti e assicurati per effettuare una discesa con tecniche alpinistiche. A quota 1.900 metri il gruppo è stato recuperato dall’elicottero dei Vigili del Fuoco.

La situazione di pericolo che si sono trovati a vivere i due escursionisti mal equipaggiati, fortunatamente tornati a casa sani e salvi grazie alla pronta attivazione della macchina dei soccorsi, non si può definire un caso raro sulle nostre montagne. E in tema di equipaggiamento erroneo, le calzature sbagliate, per la stagione e per l’itinerario prescelto, rappresentano un errore frequente. È evidente che a ripetere quelli che sono i consigli fondamentali nella scelta della scarpa giusta per salire in quota non si fa mai male. Mentre l’inverno si avvicina, ne approfittiamo per concentrarci in particolare sulle scarpe da tennis e le loro “potenzialità” in montagna.

Nei mesi scorsi ci siamo trovati ad affrontare il capitolo “sandali in quota”, scoprendo che dietro al termine generico “sandalo” si nasconda un ampio ventaglio di tipologie di calzature, che spaziano dalle infradito ai sandali da trekking, studiati nei dettagli per assicurare la giusta protezione e la giusta aderenza nel corso di escursioni estive su terreni non impervi. Alla domanda “sandali in quota: sì o no?”, non è possibile dunque fornire risposta secca. Il medesimo approccio è da seguirsi nell’affrontare il capitolo “scarpe da tennis”.

Partiamo col comprendere cosa siano. Come si evince dal nome, calzature che nascono per divertirsi in campo con le racchette, progettate per soddisfare le esigenze degli atleti, garantendo velocità, stabilità e comfort. Rientrano nell’ampia categoria delle “scarpe da ginnastica”, che ingloba modelli di calzature ideate per svolgere attività sportive varie, dall’allenamento in palestra alla corsa. Nella medesima categoria troviamo anche le “sneakers”, termine ormai in uso come sinonimo di scarpa da ginnastica, che potremmo definire come la versione casual e fashion.

Caratteristica comune a tutti i modelli è una suola, in gomma o materiale sintetico, liscia (o quasi). E tale particolare rende evidente che le calzature da trail running rappresentino una categoria a parte. Queste ultime sono caratterizzate infatti dalla presenza di tasselli che assicurano il giusto grip sui sentieri. Ecco che senza grande impegno abbiamo scovato la principale limitazione delle scarpe da ginnastica in ambiente montano. Comode e leggere, sono perfette per passeggiare, in città, in campagna e anche in montagna, ma qui la situazione si fa più delicata.

Dove usarle e dove no

In montagna le scarpe da ginnastica vanno usate con moderazione. Presentano infatti dei limiti di utilizzo che è bene conoscere per non correre rischi (e ritrovarsi a chiamare i soccorsi). Ufficialmente non esiste legge che ne vieti l’utilizzo in determinati ambienti ma sta all’escursionista muoversi tra le vette con consapevolezza. Considerata la suola non in grado di assicurare idoneo grip su terreni sassosi e sterrati, soprattutto se bagnati, andrebbero utilizzate su asfalto. Ovviamente in assenza di neve o ghiaccio, discorso questo che vale anche a bassa quota. E sui sentieri invece?

Escursionisti in scarpe da trekking
Immagine | Unsplash @Emma Van Sant – Gentechevainmontagna.it

Il discorso qui si fa più articolato. I sentieri di montagna, perlomeno quelli che rientrano nella rete sentieristica del CAI, sono classificati sulla base di una scala di difficoltà che li distingue in:

  • T (turistici)
  • E (escursionistici)
  • EE (per escursionisti esperti)
  • EEA (per Escursionisti Esperti, con Attrezzature).

Le scarpe da ginnastica sarebbe opportuno utilizzarle esclusivamente lungo i sentieri T, “itinerari su stradine, mulattiere o larghi sentieri, con percorsi non lunghi, ben evidenti e che non pongono incertezze o problemi di orientamento. Si svolgono di solito sotto i 2000 metri”.  Naturalmente sempre che le condizioni del terreno (pioggia, ghiaccio o neve) consentano di avanzare agevolmente.

I sentieri propriamente escursionistici andrebbero affrontati con scarpe da escursionismo o da trekking. Due termini che non sono da considerarsi sinonimi. Le cosiddette scarpe da hiking sono progettate per escursioni giornaliere lungo sentieri non caratterizzati da particolari difficoltà tecniche e si presentano più leggere rispetto agli scarponi da trekking, adatti invece a itinerari più impervi e lunghi, anche di più giorni. Questi ultimi garantiscono inoltre una maggiore protezione della caviglia, limitando il rischio di distorsioni, e tale caratteristica li rende più adatti anche per affrontare guadi o camminare nella neve senza infradiciarsi calzini e piedi.

Anche le scarpe da trail running possono rappresentare una opzione decisamente migliore delle scarpe da tennis, più in generale da ginnastica. Ovviamente acquistare delle scarpe da trail running senza essere runner risulta piuttosto inutile. Consiglio spassionato è investire in tal caso su un paio di scarpe da hiking o trekking!

In presenza di ghiaccio nessuna delle sopracitate calzature risulta idonea. Sul ghiaccio è infatti necessario procedere con i ramponi, attrezzi che si fissano agli scarponi per migliorare l’aderenza con il suolo in presenza di ghiaccio o neve dura, grazie a punte metalliche frontali e inferiori. Su strade o sentieri con scarsa pendenza si può anche optare per l’utilizzo dei ramponcini o catenelle, che forniscono aderenza su ghiaccio o neve grazie alla presenza di piccole punte metalliche inferiori.

In sintesi, mai su ghiaccio solo con le scarpe. Tale affermazione consente di aprire una parentesi importante in vista della stagione estiva: in vari punti delle Alpi è possibile raggiungere aree glaciali comodamente a bordo di funivie, sulle quali è possibile salire indossando qualunque tipologia di calzature. Una volta arrivati al cospetto di un ghiacciaio ricordiamoci di cosa abbiamo ai piedi e dunque della necessità di guardare senza toccare. Sui ghiacciai non si passeggia, si avanza in “progressione”. Ci si sposta cioè legati in cordata (mai da soli) e con equipaggiamento idoneo: abbigliamento tecnico adeguato alla stagione e all’ambiente glaciale, imbrago, scarponi e ramponi, casco e piccozza. In tal modo si riduce il rischio di caduta in crepacci e, nel caso in cui dovesse succedere, si agevola il recupero della vittima di caduta da parte del/i compagno/i di cordata.

Impostazioni privacy