Pasturs, il progetto per aiutare pastori e allevatori

Per rendere più semplice la convivenza tra uomini e animali selvatici, la cooperativa Eliante ha promosso il progetto Pasturs, concentrandosi sugli abitanti delle zone alpine e appenniniche, dove è maggiore la presenza di lupi e orsi. Il progetto si concentra in particolare su pastori e allevatori, per i quali è molto più frequente imbattersi in animali selvatici, e ciò può essere un rischio per le mandrie e le greggi. Gli attacchi al bestiame sono molti, nel 2019 i capi attaccati sono stati oltre 10 mila.

Il progetto è nato sulle alpi Orobie, in provincia di Bergamo, ora si sviluppa dal Trentino alla Valle d’Aosta, ma anche nel Parco delle Foreste casentinesi, sull’Appennino tosco-emiliano. Pasturs fa parte di un progetto europeo più ampio, LIFE EuroLargeCarnivores.

Orso in montagna
Foto | Unsplash
@Zdeněk Macháček

Come funziona Pasturs?

Il progetto Pasturs si occupa di affiancare dei volontari opportunamente istruiti ad alcuni pastori che lavorano nelle zone alpine e appenniniche durante la stagione estiva. I volontari forniscono aiuto ai pastori e alle loro famiglie per periodi che vanno da una settimana fino a tre mesi. Il loro compito è quello di mettere in atto misure di prevenzione contro lupi e orsi al fine di proteggere il bestiame. Non è richiesta una specifica formazione ai volontari, i quali sono spesso ragazzi da ogni parte d’Italia, e che vengono istruiti direttamente dalla cooperativa. L’unica clausola è la volontà di collaborare e la disponibilità ad adattarsi alla vita di montagna, che può essere disagevole.

La filosofia alla base del progetto è la conservazione ambientale, che passa da una convivenza fra natura e persone. La cooperativa Eliante è quindi partita da un dialogo con chi lavora in montagna, in particolare proprio pastori e allevatori, i quali svolgono una vita molto dura per almeno tre mesi l’anno e sono coloro che più rischiano a causa dei predatori. Aiutarli ad adottare delle misure preventive è quindi la direzione da perseguire secondo la cooperativa. Altro fine del progetto è quello di far incontrare due mondi apparentemente distanti: quello di chi vive la montagna per lavoro e quello di chi la vive solo per vacanza o per sport.

Lupo in montagna
Foto | Unsplash
@M. Zonderling

I volontari e la formazione

Tra i volontari del progetto sono arrivate le figure più disparate, grazie al passaparola tra le università, sui social media e la stampa. Solo quest’anno i candidati sono stati circa 140. La procedura di selezione comprende un primo colloquio conoscitivo online, dopodiché i volontari devono partecipare a una giornata obbligatoria di formazione, volta a fornire le competenze di base.

Il progetto insegna agli interessati quale sia l’attrezzatura giusta da portare in montagna, come comportarsi, come interagire con i turisti, quali siano rischi e pericoli, le regole dei parchi e le caratteristiche del contesto locale. La seconda parte della selezione serve all’insegnamento della natura dei predatori: come si comportano, come bisogna relazionarsi con loro, le caratteristiche e le razze degli animali domestici. Infine c’è una parte pratica in cui i volontari imparano come montare e smontare le reti o come svolgere altre operazioni utili. Questi devono diventare un aiuto prezioso, per questo devono essere preparati al meglio.

Ovviamente, anche attuando tutte i metodi di prevenzione, non è possibile ridurre a zero il rischio di attacchi da parte di lupi o orsi. Pasturs opera su un numero limitato di allevatori e di aree, ma si propone anche di fare informazione su questo argomento e di promuovere i prodotti degli allevatori che lavorano cercando di rendere il più possibile sostenibile la convivenza.

Impostazioni privacy