Orsa JJ4, la decisione sul suo destino: ecco cosa le faranno davvero in Romania

Ormai è deciso, l’orsa JJ4 che si è macchiata della morte di un essere umano mesi fa verrà trasferita in Romania, ecco cosa sta per succederle.

Dopo una serie di tira e molla pare che sia stato stabilito che l’orsa JJ4 non verrà abbattuta, avrà dunque salva la vita ma dovrà lasciare l’Italia, partendo, ancora non si sa quando, per la Romania.

Il 5 aprile scorso l’orsa JJ4 ha ucciso il runner 26enne Andrea Papi che si era avventurato nei boschi di Caldes in Val di Sole. La morte del ragazzo ha acceso una serie di polemiche su quale sarebbe dovuto essere il futuro dell’animale responsabile della sua morte.

In passato JJ4 aveva già aggredito gli esseri umani. Nel 2020 aveva già attaccato due cacciatori. A ogni modo dal momento della cattura è cominciata una lotta tra associazioni animaliste e la provincia di Trento che invece vorrebbe abbattere l’orsa. Finalmente pare si sia arrivati a una soluzione che accontenti tutti. Ma cosa aspetta il quadrupede?

Orsa jj4: il suo futuro non è così sereno

L’orsa JJ4 si trova attualmente nel centro faunistico di Casteller dove risiede da quando è stata catturata 12 giorni dopo la morte dello sfortunato corridore. Insieme a lei c’erano due dei tre cuccioli con cui si muoveva. I piccoli sono stati liberati, mentre lei è ancora “prigioniera”, in attesa di andare in Romania.

Orsa JJ4 cosa farà in Romania
Orsa JJ4 pronto il trasferimento, ecco dove e come-gentechevainmontagna.it

La sua prossima destinazione è il Liberty Bear Sanctuary, un’oasi non lontana da Brazov, in Romania, un luogo in cui ci sono altri animali di questo tipo che sono stati vittime di abusi. Alcuni venivano tenuti in gabbie o in catene, costretti a esibirsi per i turisti.

Nel santuario hanno a disposizione 80 ettari e tanta natura, con alberi e pozze d’acqua a disposizione. Qualcuno però obietta che pare un controsenso che per difendere l’orsa sia necessario trasferirla in un posto che non è naturale. Alcuni animalisti accusano il fatto che in questo modo gli orsi non sono più veri orsi, perché nello oasi dipendono comunque dall’uomo che li alimenta e se ne prende cura.

Infine i plantigradi che trascorrono l’esistenza in questi luoghi alla fine muoiono tormentati da infezioni e parassiti e forse sarebbe meglio che la loro vita finisse prima, magari per mano di un cacciatore. Insomma la decisione in merito alla celebre orsa del Trentino ha sollevato parecchi interrogativi su cosa significhi tenere un animale di questo tipo in una sorta di cattività.

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