La Gioconda, svelato il grande segreto del paesaggio raffigurato: si trova in Italia

Passa il tempo, ma la Gioconda continua sconvolgere: svelato il segreto del paesaggio raffigurato! Un sogno ad occhi aperti, dove si trova.

Risale agli anni tra il 1503 e il 1506 la realizzazione del quadro più famoso ed enigmatico del mondo: la Gioconda. Leonardo Da Vinci è stato l’artista a tutto tondo che ancora dopo svariate epoche storiche, riesce ad incantare con la sua maestria e bravura. Oggi viene svelato un segreto che verte attorno al luogo che custodisce la Monna Lisa dallo sguardo penetrante. Tra le diverse teorie, questa volta sembra che si sia raggiunto un punto d’accordo tra gli storici che studiano il dipinto.

Dov'è ambientato il quadro la Gioconda segreto svelato
Gioconda, retroscena inediti del dipinto- Gentechevainmontagna.it

Il quadro di Leonardo da Vinci è protagonista di svariate teorie. C’è chi afferma che il dipinto raffiguri il pittore in versione femminile, mentre quella più accreditata e che si tratti di Madonna Lisa Gherardini, moglie del commerciante Francesco Del Giocondo. Questa è la teoria di Giorgio Vasari, pittore e storico dell’arte italiano che operò nel periodo tardo-rinascimentale. Secondo le varie fonti storiche potrebbe proprio trattarsi della suddetta nobildonna fiorentina.

C’è persino chi afferma che si tratti di altre personalità. Da Isabella d’Este, fino a Caterina Sforza, senza dimenticare l’ipotesi che possa essere proprio della madre di Leonardo, Caterina Buti del Vacca.

Quel che è certo è lo scalpore che tutt’oggi suscita al mondo intero la bellezza di questo dipinto. Oggi uno degli storici più importanti fornisce le prove del luogo nel quale è ambientato. Il sorriso della Gioconda appare meno enigmatico.

Gioconda, svelato il segreto del luogo inaccessibile: si trova in Italia!

Silvano Vinceti è il nome dello scrittore e dello storico che si è maggiormente interessato alla Gioconda negli ultimi anni. Infatti, insiste sulla possibilità che si tratti di Lisa Gherardini, anche perché nel 2016 mediante uno studio ad infrarossi notò che oltre alla nobildonna, Leonardo Da Vinci si ispirò anche al suo allievo Gian Giacomo Caprotti, detto il Salai. Così, ricostruite queste informazioni, riesce a svelare anche un altro mistero: il luogo nel quale è ambientato il quadro.

Lo studioso compie uno studio approfondito mediante la ricostruzione delle fonti possedute. Secondo lo stesso Vinceti nell’occhio destro della Gioconda sarebbero raffigurate le iniziali L V, e in quello sinistro la C e la E. Al di sotto del ponte avrebbe rilevato il numero 72, questo perché secondo lo storico, Leonardo Da Vinci era un abile conoscitore dei simboli cabalistici. In questo modo avrebbe rappresentato la sintesi tra uomo e donna.

Ed è proprio dietro il ponte di cui stiamo parlando che c’è la chiave di volta che permette di trovare la soluzione ad un segreto che da sempre è stato il tarlo degli studiosi. Silviano Vinceti afferma che si tratterebbe del Ponte di Romito di Laterina sull’Arno, ad Arezzo.

Svelato il segreto della Gioconda
Gioconda, retroscena inediti del dipinto (@AnsaFoto)-Gentechevainmontagna.it

Teoria retta da un documento sulle proprietà della famiglia dei Medici conservato nell’archivio di Stato di Firenze. In esso è possibile constatare che tra il 1501 e il 1503, Leonardo Da Vinci si trovasse a Valdarno, zona limitrofa a questo ponte. In altri testi si afferma che frequenta Fiesole, sempre in zona, perché ospite dello zio prete.

Altri storici affermano che si tratti del ponte di Bobbio, quello che passa sopra al Trebbio in provincia di Piacenza. Senza dimenticare chi sostiene che sia quello di Buriano, in provincia sempre di Arezzo. In poche parole, è un paesaggio toscano, proprio quello nel quale l’artista ha vissuto durante la realizzazione del quadro.

Vinceti sostiene che sia assolutamente quello di Romito perché gli archi sono 4, mentre invece quelli di Buriano sono 6 e nel quadro sono solo 4. Inoltre, proprio quello di Romito è circondato da montagne, non da un suolo pianeggiante come negli altri casi. Il ponte è di origine etrusco-romana, e mediante la supervisione e lo studio di un drone afferma così in rassegna stampa: <<Due falesie nel lato sinistro e destro del ponte Romito e l’andamento sinuoso dell’Arno, così come raffigurati nel dipinto della Gioconda>>.

Impostazioni privacy