Pizzo Zerna da Carona

Si posteggia l’auto a Carona, davanti (o 20 mt più sopra: c’è un piccolo spiazzo con qualche posto gratuito) alla centrale Enel o lungo la via Carisole, che porta all’abitato di Pagliari. Questa strada è chiusa al traffico, ad un certo punto, e l’ultimo tratto è tutto posteggio a pagamento.
Che abbiate posteggiato sotto, davanti alla centrale Enel, o sopra, le due vie si ricongiungono al termine del tratto percorribile di via Carisole, lungo il quale, proseguendo dritto, si giunge in poco tempo all’abitato di Pagliari.

Il minuscolo borgo di Pagliari

Da qui si prosegue per la Val Sambuzza, incrociando la meravigliosa cascata che ne prende il nome.

Poco dopo, superati un paio di tornanti, si trova un incrocio (da parte a una baita lungo la strada forestale che abbiamo percorso sinora): bisogna prendere il sentiero che a sinistra si inoltra nel bosco e seguirlo, fino a sbucare fuori dal bosco, arrivando ad un’altra minuscola baita.

Lungo questo sentiero incroceremo ancora la cascata della Val Sambuzza.

In località Forcella, avremo una splendida vista sul gruppo montuoso che abbiamo lasciato alle nostre spalle salendo, con il Pizzo del Becco.

Arriviamo, come detto, a un piccolo pianoro, con una baita e un incrocio segnalato (circa 1h15′ da Carona): qui dobbiamo tenere la destra e incamminarci lungo il fianco della montagna:

Raggiungiamo quindi la zona di Baite Arale e la vista comincia ad aprirsi sul lago di Val Sambuzza e sulla nostra meta, il Pizzo Zerna.

Oggi, 19 marzo 2022, c’è ancora abbastanza neve da ricoprire la vallata ed il lago, che è tutto congelato. Infatti, nemmeno lo riconosciamo, prima di salire ancora di quota ed avere una visuale più ampia dall’alto.

Il sentiero, nella zona pianeggiante del lago (sì, spiana!) è tracciato direttamente nella neve, ma è presto, è ancora abbastanza compatta e non servono aiuti (solo ogni tanto si sprofonda….niente, in confronto a quello che ci aspetta al ritorno!).

La piana del Lago di Val Sambuzza

Abbiamo ormai superato i 2000m e arriviamo al bivio per la variante dei Laghetti di Caldirolo, che come il nosto sentiero, porterà al Bivacco Pedrinelli.

Bivio Variante Laghetti di Caldirolo

Teniamo anche qui la destra e proseguiamo sul sentiero 209 verso il Passo di Publino e il Bivacco Pedrinelli.

Sono passate circa 2h dalla partenza da Carona.

Con un’altra mezz’ora di cammino, risalendo la valle, arriviamo al Bivacco Pedrinelli.

Che vista spettacolare!

Ci fermeremo poi, al ritorno, per un buon pranzo da alpinisti con zuppa di fagioli (!). E’ mezzogiorno, ormai, ed è tempo di intraprendere l’ultimo pezzo del nostro meraviglioso percorso, prima al Passo di Publino e poi ai 2572m della vetta del Pizzo Zerna.

In quest’ultimo tratto, considerata la pendenza e la presenza ancora di parecchia neve, calziamo i ramponi e ci armiamo di picozza. Scivolare qui, senza l’aiuto della picozza sarebbe veramente un disastro.

Da qui alla vetta, con pause foto e ramponnage, ci mettiamo poco più di mezz’ora.

Qualche foto in vetta (le nuvole per fortuna si sono aperte, permettendoci di spaziare con lo sguardo su tutte le Orobie) e una piccola merenda per recuperare le forze spese.

Poi le nuvole cominciano a richiudersi su di noi e ci avviamo verso il nostro frugale pranzetto.

Ormai si è fatta l’ora di scendere. Impieghiamo per il ritorno, ripercorrendo la via di andata, circa tre ore.

Non può mancare, alla fine, il mio pediluvio tonificante nelle gelide acque della cascata della val Sambuzza.

Consiglio vivamente di concludere la giornata con una sosta alla latteria di Branzi, per acquistare questo gustoso formaggio, anche nella versione stravecchia e magari qualche altro prodotto tipico.

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