In Italia, si è registrata una nuova strage in montagna che ha coinvolto lupi, grifoni e corvi imperiali. Cosa sta accadendo?
Il problema dell’avvelenamento degli animali selvatici sembrava superato, invece, in alcune aree, il fenomeno è ancora diffuso provocando danni incalcolabili. È recente la notizia diffusa dall’ente del Parco Nazionale dell’Abruzzo, Molise e Lazio di un avvelenamento che avrebbe coinvolto 13 animali di specie diverse.
L’ente parco ha comunicato una strage di animali selvatici che è coinvolto 9 lupi, 3 grifoni e 2 corvi imperiali che sono stati trovati morti, dopo aver ingerito bocconi avvelenati. La tragedia si è verificata nel giro di una settimana provocando praticamente lo sterminio di un branco di lupi che circolavano nella zona di Olmo di Bobbi, una località in comune di Cocullo provincia dell’Aquila.
Quali sono le cause che ci si celano dietro questa triste strage? La risposta dell’Istituto Zooprofilattico di Abruzzo e Molise non è molto chiara.
Nuova strage in montagna: sterminato un branco di lupi e avvelenati altri animali selvatici
Oggi siamo qui a parlare di un brutto episodio che ha portato ad una nuova strage in montagna, con l’avvelenamento di 13 animali selvatici. I dati evidenziano la morte di 9 lupi, 3 grifoni e 2 corvi imperiali nel giro di poche ore.

L’istituto Zooprofilattico di Abruzzo e Molise sta indagando per capire quali sono le cause della strage anche se il rinvenimento degli scorsi giorni fa pensare all’ingestione di bocconi avvelenati. Come spesso accade, questa “giustizia fai da te” della popolazione locale nasconde una difficile convivenza con gli animali selvatici, in particolar modo lupi e orsi che popolano gli appennini.
In questo periodo, la caccia è chiusa e non è possibile svolgere attività legate alla cinofilia. Tuttavia, questa è la stagione del tartufo nero e, come accadeva in passato, gli allevatori effettuano quella che, in gergo, viene definita “pulizia primaverile“, che prevede l’eliminazione di animali ritenuti nocivi.
Si tratta di una tecnica decisamente anacronistica, che si sperava fosse scomparsa. Ma, a quanto pare, di fronte di numerosissimi allevatori onesti, c’è ancora un piccolo numero scellerati in grado di produrre enormi danni alla fauna locale.
Appare evidente che bisogna adottare delle norme che vietino qualsiasi tipo di attività nelle aree interessate dalla presenza di esche e bocconi contaminati da sostanze chimiche. Solo in questo modo, e con la collaborazione degli allevatori onesti, sarà possibile isolare i criminali, e favorire la convivenza tra uomo e predatori.