È forse il metodo più importante per riuscire a prepararsi ad escursioni complesse, come quelle in alta quota. Ecco in cosa consiste l’acclimatamento e come prepararsi
Fare un’escursione in alta montagna è certamente un’esperienza emozionante e, per chi è inesperto, anche da batticuore. Quando si fa un’escursione oltre i 3 mila metri di quota, in genere bisogna essere trekker molto esperti e allenati. Senza un adeguato allenamento fare una salita in montagna si potrebbe trasformare in un incubo. Tra l’altro, a volte, essere allenati non basta, perché sono sufficienti 3 settimane senza allenarsi per perdere fino al 50% degli effetti ottenuti con un buon training, e dopo 2 mesi senza training, dovrete ripartire da zero.
Il punto è che quando si va in alta quota, più si va in alto, e più scende la soglia di affaticamento, il che rallenta l’escursionista. Ecco perché è essenziale fare acclitamatamento, per prepararsi alle escursioni in alta montagna. Quando si sale in alta quota, in sostanza, si riduce la pressione di ossigeno, fattore molto importante per il metabolismo di noi umani.
Acclimatamento: che cos’è e come prepararsi al meglio
Ed ecco che dunque, entra in gioco l’acclimatamento, un processo che consente al corpo di adattarsi in modo graduale alle condizioni di altitudine più elevate.

Questo processo è essenziale quando si va in alta montagna per evitare che insorga mal di montagna o anche altri disagi che hanno a che fare con l’altitudine. Come detto, per cominciare ad abituare il corpo a quote più elevate, è possibile pianificare un’ascensione graduale, in modo che il corpo cominci l’adattamento mano a mano che si sale di quota.
Ecco perché è opportuno passare dei giorni a quote più basse prima di raggiungere l’altitudine desiderata. Un’idea sarebbe quella di “stressare” il corpo facendolo stare a quote tra 1000 e 2000 metri, che sono più elevate di quelle cui si è abituati.
Un’escursionista potrebbe dunque allenarsi con un weekend fatto di sentieri che giungono fino a quota 3.000, pernottando a quota 2.000 circa. Nei 15 giorni che vengono poi, si possono fare percorsi a quote tra 3.500 e 4.000 metri, pernottando in luoghi a quota 3.000 metri.
A quel punto, si sarebbe raggiunto un buon grado di acclimatamento. È importante prestare attenzione ai segnali del proprio organismo nel corso della fase di acclimatamento in montagna. Se si manifestano sintomi quali mal di testa, nausea, vertigini o difficoltà respiratorie, potrebbe essere necessario scendere a quote inferiori, in modo da consentire al corpo di adattarsi correttamente.