La notizia dell’avvio della produzione del cosiddetto latte sintetico ha agitato le associazioni di categorie e i Governi europei. Ma come si produce e, soprattutto, cosa ne sarà della vecchia produzione agricola e naturale? Cerchiamo di fare chiarezza.
Si rischia, del resto, un nuovo muro contro muro come accaduto con la carne sintetica, la cui produzione ha reso necessario l’introduzione di una regolamentazione da parte del Governo.

Il mercato alimentare negli ultimi anni, spinto – quasi da paradosso – dalla scarsità di produzione da una parte e dallo spreco dall’altra -, è cambiato moltissimo, introducendo, o quantomeno cercando, nuovi cicli di produzione. In Italia lo sappiamo bene, del resto, la discussione sull’avvio di produzione su larga scala della carne sintetica ha generato un profondo dibattito finito anche in Parlamento. Poche settimane fa, infatti, il Governo Meloni è intervenuto, regolamentando diversi alimenti (produzione, vendita e consumo). E, dunque, la notizia che arriva da Israele rischia di alimentare un altra discussione.
Il latte sintetico: come si produce
Dicevamo, in Israele la nota startup food e tech, Remilk, è pronta ad immettere sul mercato il cosiddetto latte sintetico. Come ha spiegato l’azienda, si tratta di un latte ottenuto la proteina del latte con un processo di fermentazione a base di lievito che, produrrebbe, una proteina – appunto – “chimicamente identica” a quelle presenti nel latte della mucca. Quello che è già stato definito “latte da laboratorio”, si ottiene usando il gene proveniente dalla proteina e lavorato in bioreattori.

Il risultato? Un latte privo di lattosio, colesterolo, di antibiotici o ormoni della crescita (in questo caso, oltre alla produzione, rientra anche un più ampio discorso sull’allevamento). La Remilk, dopo l’autorizzazione delle autorità israeliane, ha già annunciato l’apertura di una grande sede anche in Danimarca, a Kalundborg. Anche Singapore si muove in questa direzione, mentre negli Stati Uniti la Food and Drug Administration ha concluso – dai suoi accertamenti – che il prodotto è estremamente sicuro, primo step per una futura autorizzazione alla vendita.
La posizione dell’Italia
In Italia, ma non siamo certo soli in Europa, si guarda con attenzione all’esperimento israeliano, ma vige ancora un certo scetticismo sulla questione. Governo ed associazioni di categoria hanno già manifestato una certa ostilità verso la produzione del latte sintetico. Come riporta Repubblica, il Ministro dell’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste, Francesco Lollobrigida, a margine dell’intervento di Tuttofood a Milano, ha ribadito i suoi dubbi: “È aberrante mettere a rischio la salute. Ci batteremo anche in Europa perché non passi. Abbiamo un ministro della Salute che ci ha dato una indicazione: il cibo sintetico non è sicuro, anzi, la potenzialità che possa essere dannoso esiste”. E ancora: “la prima alleanza contro l’assalto del cibo sintetico alle tavole mondiali e a comparti strategici del vero Made in Italy agroalimentare, dalla carne ai salumi, dal latte ai formaggi”.