Il nuovo studio che terrorizza tutta la popolazione mondiale e riguarda l’inquinamento dell’aria: cosa dice
Negli ultimi anni, l’atteggiamento e l’interesse dell’opinion e pubblica verso la sensibilizzazione alla lotta all’inquinamento ha cambiato, e molto, la nostra società. Siamo sempre più consapevoli che questi ritmi, questo mondo e i suoi tempi, sono ormai insostenibili. Per questo, ogni Stato – e certamente alcuni più di altri – stanno adottando da diversi anni normative in contrasto all’inquinamento. Non sempre, però, sono efficaci. Non certo un motivo per demordere, ma la strada è certamente in salita. Anzi, secondo alcuni autorevoli scienziati, sarebbe persino troppo tardi.
Il nuovo terribile studio
In questo contesto, sappiamo bene che l’aria peggiore si concentra in città: il traffico, le grandi produzioni, i problemi di gestione di complessi sistemi per renderle perfettamente funzionanti, hanno un costo energetico notevole. Ma, di certo, non si aspettavano questi dati gli studiosi di un team dell’Università Monach, in Australia, che hanno condotto uno studio sul particolato fino, denominato PM2,5. Questo studio ha dimostrato come soltanto lo o,oo1% della popolazione mondiale e lo 0,18% della superficie terrestre si ritrovano sotto il limite di sicurezza – di appunto pm2.5 – mentre la stragrande maggioranza è esposta d livelli di inquinamento enormi, con danni davvero gravi per le persone che ci vivono.
Lo studio pubblicato su Lance Planetary Health su 5546 centralini monitorate in oltre 56 Paese, ha permesso di valutare rischi ambientali notevoli. Secondo questo studio, inoltre, ci sarebbe grande divergenza tra il nord e il sud del mondo: ad ogni modo, i dati sono in diminuzione in ogni Paese – salvo qualche eccezione – ma molto può essere ancora fatto. Le conentrazioni più alte di PM2,5 si sono riscontrate in Asia Occidentale e centrale.

Come ha spiegato il Professor Yuming Guo, della Monash University School of Public Health and Preventive Medicine questo studio: “Fornisce una profonda comprensione dello stato attuale dell’inquinamento atmosferico esterno e dei suoi impatti sulla salute umana. Con queste informazioni, i responsabili politici, i funzionari della sanità pubblica e i ricercatori possono valutare meglio il breve e lungo termine effetti sulla salute a lungo termine dell’inquinamento atmosferico e sviluppare strategie di mitigazione dell’inquinamento atmosferico”.