La pressione alta e i problemi al cuore non devono impedire di godersi una passeggiata in montagna, ma ci sono alcune accortezze da seguire.
La vacanza in montagna ha diversi benefici per l’organismo. L’aria pulita, la natura, il movimento rigenerano corpo e mente. Ecco perché è scelta da un numero sempre più alto di persone non solo in inverno ma anche in estate. Certo lo scii rimane l’attività preferita da svolgere ad alta quota ma i pendii delle montagne offrono numerose altre possibilità. Escursioni, trekking, ciclismo, arrampicate, relax nelle Spa, quando il caldo della città diventa opprimente qualche giorno in montagna risolleverà il morale.
Tutti possono andare in montagna, ma se si soffre di ipertensione o di cuore è bene prendere alcune precauzioni. Prima di tutto occorrerà effettuare una visita prima della partenza per controllare i valori e lo stato di salute e lasciare che il medico curante dia il via libera alle passeggiate ad alta quota. Una volta al fresco, poi, si dovranno tenere a mente altre indicazioni che sono state fornite dal professore Alberto Margonato, Responsabile dell’Unità Operativa di Cardiologia Clinica all’Ospedale San Raffaele di Milano.
Montagna, pressione alta e problemi al cuore: cosa sapere per muoversi in sicurezza
Ipertesi e cardiopatici potrebbero risentire dell’alta quota a causa della diminuzione della concentrazione di ossigeno. Il calo inizia già a 1.200/1.500 metri di altitudine. Si aggiunge, poi, il freddo a creare problemi alle persone con problemi al cuore. Le basse temperature costringono le arterie e le coronarie facendo aumentare la pressione e aumentando il rischio di un episodio di ischemia.

Il professore segnala, dunque, come già sopra i 1.500 metri la pressione possa aumentare comportando un pericolo per chi è già iperteso. Se si ha intenzione di superare questa altitudine è bene parlare con il proprio medico di un possibile incremento della terapia antipertensiva per minimizzare i rischi. In estate, comunque, le temperature più alte e miti incidono in modo minimo.
Il monitoraggio prima e durante la vacanza, poi, è fondamentale. Ricordiamo che i valori ideali della pressione del sangue dovrebbero essere 80 mm/Hg di minima e 120 mm/Hg di massima. In ogni caso è bene che non si superino i 90 mm/Hg di minima e i 140 mm/Hg di massima. Ci sono dei campanelli d’allarme che segnalano possibili problematiche in montagna.
I cardiopatici devono prestare attenzione alla sensazione di affaticamento e di fiato corto. Avvertendo questi sintomi è bene scendere subito di quota. Attenzione, poi, alla sensazione di pesantezza al petto e alle palpitazioni anomale che possono capitare quando si cammina in salita o si percorre un sentiero difficoltoso. La pressione potrebbe salire e per un iperteso sarebbe una situazione pericolosa. Anche in questo caso meglio scendere subito a valle e sottoporsi ad una visita medica.